lunedì 17 luglio 2017

Tutti contro il papa nero

Nel mondo cattolico ha suscitato grande scalpore il messaggio inviato dal Papa emerito Benedetto XVI per ricordare il cardinale Joachim Meisner, morto il 5 luglio scorso, per venticinque anni arcivescovo della città di Colonia e, soprattutto, suo grande amico.
Quali i motivi di tanta ambascia?
Iniziamo col dire che Papa Ratzinger, commemorando il defunto cardinale, ha sottolineato che egli si è innanzitutto distinto per il "grande amore per le chiese dell’Europa dell’est che tanto soffrirono la persecuzione comunista”: e già questo è un primo indizio. Ma le affermazioni più degne di nota sono contenute nella conclusione: 

“Quello che mi ha colpito particolarmente nei recenti colloqui con il cardinale defunto sono state la serenità, la gioia interiore e la fiducia che aveva trovato. Sappiamo che era un pastore appassionato, e l’ufficio di pastore è difficile, proprio in un momento in cui la Chiesa ha bisogno di pastori convincenti che sappiano resistere alla dittatura dello spirito del tempo e sappiano decisamente vivere con fede e ragione. Mi ha commosso anche il fatto che ha vissuto in questo ultimo periodo della sua vita sempre di più con la certezza profonda che il Signore non abbandona la sua Chiesa, anche se a volte la barca si è  riempita fino quasi a capovolgersi” [nostro corsivo].

Per molti estimatori di Papa Bergoglio (come Alberto Melloni e Massimo Fagioli) queste parole sono suonate come un attacco implicitamente diretto contro di lui e contro l'operato del suo pontificato. Per quale motivo? Per comprenderlo dobbiamo fare una veloce disamina della biografia del defunto.
Intanto, occorre sapere che quando nel 1989 prese possesso della diocesi di Colonia, Meisner fu criticato dagli ambienti cattolici della città perché ritenuto estraneo al clima progressista del cosiddetto "Cattolicesimo renano" e alla mentalità della Chiesa locale. Da alcuni politici fu addirittura definito un "predicatore di odio"! Perché? Ecco alcune "chicche":
Nel 2003 Meisner emise una direttiva che vietava i matrimoni misti tra cattolici, ebrei e musulmani. 
Nell'omelia dell'Epifania del 2005 fece un parallelo tra l'aborto e la Shoah
In un articolo pubblicato dal Frankfurter Allgemeine Zeitung il 1° agosto 2009 si dichiarò contrario all'adozione di bambini da parte di coppie omosessuali.
Nel settembre del 2007, in occasione del discorso per l'apertura della nuova sede del museo diocesano, affermò che la cultura era legata al culto di Dio: "Non dimentichiamo che c'è un rapporto tra cultura e culto. Dove la cultura è scollegata al culto essa si solidifica in pratiche di ritualismo e cultura degenerata". Questa frase venne considerata da molti un allusivo richiamo al concetto nazista di "arte degenerata", provocando numerose reazioni critiche. 
Il 16 gennaio 2013 si seppe che a una donna violentata era stata negata la prescrizione della "pillola del giorno dopo" in due ospedali cattolici. Il cardinale Meisner intervenne il 22 gennaio, scusandosi con la vittima, ma stigmatizzando comunque l'uso della "pillola del giorno dopo", visto che la Chiesa ha come stella polare la protezione assoluta della vita. 
A metà settembre del 2016 il cardinale Meisner con i cardinali Carlo CaffarraWalter Brandmüller e Raymond Leo Burke inviò a papa Francesco e alla Congregazione per la dottrina della fede una lettera in cui, tramite cinque dubia, chiedeva chiarimenti su alcuni passaggi poco chiari della seconda esortazione apostolica Amoris laetitia del Papa. Il 14 novembre successivo i cardinali resero pubblica la lettera poiché il pontefice non aveva dato alcuna risposta. Alla fine del mese il decano del Tribunale della Rota Romana Pio Vito Pinto accusò i quattro cardinali di aver "suscitato un grave scandalo". 
Dulcis in fundo, Meisner era un grande estimatore dell'Opus Dei e del suo fondatore Josemaría Escrivá de Balaguer, in odor di fascismo e affarismo, ma, ciononostante, canonizzato da Giovanni Paolo II nel 2002.
Non c'è che dire: il card. Meisner aveva un curriculum ineccepibile per un perfetto reazionario!
Da questo punto di vista, dunque, si comprende perfettamente come, agli occhi di papa Ratzinger, il card. Meisner sia perfettamente riuscito a "resistere alla dittatura dello spirito del tempo"! Il suo Zeitgeist, come quello di Ratzinger e del loro nume tutelare, Giovanni Paolo II, era totalmente refrattario alle "aperture" verso i tempi moderni che, sia pure molto timidamente, e a fronte di notevoli resistenze interne, soprattutto da parte delle gerarchie, sembra voler imprimere alla Chiesa il loro successore Papa Francesco. Se poi Meisner sia stato anche un "pastore convincente", questo lo lasciamo al vostro giudizio...
Un altro riferimento contenuto nel messaggio di Ratzinger, che ci pare molto significativo, è quello in cui si afferma che i pastori come Meisner "sappiano decisamente vivere con fede e ragione". Non ci sembra un riferimento casuale: Fides et ratio  è stata probabilmente la più importante enciclica, dal punto di vista teologico, scritta da papa Giovanni Paolo II. 
In quella Enciclica, pubblicata nel 1998, il papa polacco affrontò l'annosa questione teologica dei rapporti tra fede e ragione: la parziale rivalutazione della seconda, che vi veniva riconosciuta di contro a una certa tradizione teologica, non cancellò comunque la primazia che, per un buon cattolico, la fede deve comunque mantenere sulla ragione. Il suo successore, papa Ratzinger, si è sempre scrupolosamente attenuto a questa visione, sottolineando il pericolo che incombe sulla fede: quello della "dittatura del relativismo", propria delle verità di ragione, dominanti nella nostra epoca, di contro all'assolutezza delle verità di fede.
Se, dunque, lo "spirito del tempo" è null'altro che la ragione laica -dimentica dei propri limiti - che impone la propria dittatura, allora sarà soltanto un uomo di fede, che sappia però riconoscere i limiti della ragione, a potergli resistere! Al contrario, chi, all'interno della Chiesa, si fa pedissequo esecutore delle istanze dello "spirito del tempo", sarà giocoforza costretto a sottomettere la propria fede alla dittatura della ragione!
Ma la Chiesa odierna corre davvero questi pericoli? Pare proprio di sì, visto che Ratzinger chiude il proprio messaggio con un vero e proprio schiaffo: "Mi ha commosso anche il fatto che [Meisner] ha vissuto in questo ultimo periodo della sua vita sempre di più con la certezza profonda che il Signore non abbandona la sua Chiesa, anche se a volte la barca si è  riempita fino quasi a capovolgersi”!
Ora, se si tien conto che l'ultimo periodo della vita di Meisner è coinciso con il papato di Bergoglio, risulta evidente che, agli occhi del papa emerito, proprio in questo torno di tempo la Chiesa sia stata una barca che "si è  riempita fino quasi a capovolgersi”! Ratzinger sembra in altre parole dire, senza troppi indugi, che la Chiesa di Bergoglio è una barca sempre in pericolo di naufragio! E questo perché? Perché la barca di Bergoglio, evidentemente più attenta a soddisfare il desiderio di pulizia morale che lo "spirito del tempo" impone, ha ormai abdicato ad esso e ha perciò sottomesso la fede alla dittatura della ragione laica!
Dopo queste parole, l'ala cattolica più retriva si è scatenata contro Bergoglio, già da tempo visto come colui che sta affossando, e affosserà definitivamente la Chiesa cattolica. Tanto più che questa interpretazione trova, per loro, conferma nelle profezie legate più o meno direttamente al "Terzo segreto di Fatima", che vedono in Bergoglio, in quanto gesuita, il "papa nero", colui cioè che chiuderà la storia della Chiesa, preannunciando la venuta dell'Anticristo...
Ecco fin dove può spingersi una "fede" completamente chiusa alla "ragione"...
Quale interesse possono rivestire per un laico queste vicende interne alla Chiesa? Esse dimostrano ancora una volta che anche quel mondo chiuso, e per molti aspetti impenetrabile, i cui segnali vanno di volta in volta "interpretati" con beneficio di inventario, è percorso da lotte intestine che nel mondo dei comuni mortali vengono abitualmente interpretate come un chiaro scontro tra ideologie o visioni di "destra" e di "sinistra": divisioni che, lungi dall'essere state superate dalla Storia, lambiscono e condizionano - oseremmo dire: inevitabilmente - lo stesso soglio di Pietro!