domenica 8 settembre 2013

Guerra e Pace: il pacifismo di fronte alla guerra...

   
     Il prossimo 11 settembre, nell'anniversario dell'attacco alle Torri gemelle di New York, il Congresso americano darà molto probabilmente il via libera all'attacco contro la Siria, voluto dal premio Nobel per la Pace Barack Obama. La sua iniziativa, infatti, non trova alcun tipo di opposizione da parte dei Repubblicani. 


     Nel frattempo, il G20, tenutosi a San Pietroburgo alcuni giorni fa, ha decretato la spaccatura netta tra gli Usa e la Russia di Putin, imponendo alle varie potenze mondiali di schierarsi con gli uni o con gli altri: la Russia ha dichiarato che, in caso di attacco, appoggerà in qualsiasi maniera la Siria. La Cina, dal canto suo, ha lamentato che una guerra metterebbe in serio pericolo i (propri) commerci internazionali. Al fianco degli USA si sono inizialmente schierati in modo incondizionato soltanto la Francia e la Gran Bretagna: quest'ultima però ha dovuto recedere dai propri intenti bellici poiché il premier Cameron si è visto inopinatamente respingere il placet all'attacco dalla Camera dei Lord
     Gli altri paesi europei per alcuni giorni hanno opposto all'urgenza di prendere una decisione, dolorosa ma necessaria, la foglia di fico della missione degli ispettori ONU, che dovevano verificare se in Siria si fosse fatto effettivamente uso di armi chimiche da parte dell'esercito di Assad. Ma, proprio ieri, mentre in Piazza San Pietro si svolgeva la giornata di digiuno e preghiera per la pace voluta da Papa Francesco, è arrivata la dichiarazione del Ministro degli Esteri UE, Catherine Ashton, con la quale si annunciava che l'Unione Europea si schierava al fianco del Presidente americano. Come è stato detto dal rappresentante europeo: sulla Siria "serve una risposta forte"!


     Il governo Letta, che si dice pronto ad aderire all'iniziativa contro la Siria solo dopo un voto favorevole del Consiglio di sicurezza ONU, ha intanto inviato in zona il cacciatorpediniere lanciamissili Andrea Doria, ufficialmente per offrire una più adeguata difesa ai Caschi blu italiani, schierati in Libano. Benché il Ministro della Difesa Mauro, insieme ad altri suoi colleghi di Governo, digiunasse e pregasse con il Papa, ciò non ha evidentemente impedito che anche l'Italia offrisse il proprio contributo all'incremento del già affollato panorama di navi da guerra attualmente presenti nel Mediterraneo Orientale!



     Che cosa fa nel frattempo il movimento pacifista? A quanto pare, tranne la lodevole eccezione del Movimento NO Dal Molin, sembra che esso si sia per il momento limitato a pregare e a tacere!


     Certo, in questi giorni, come si sarà notato, sui social network si sono notevolmente, quanto molto lodevolmente moltiplicati gli appelli alla pace, di contro ai timori di una nuova guerra; sono comparse le bandiere della pace, che talvolta hanno sostituito l'immagine abitualmente presente nel profilo di molti utenti; si sono decuplicati i (già) frequenti post dei complottisti raffinati che ci spiegano, con dovizia di particolari, quali siano le lobby complottarde mobilitatesi in queste ore per mandare finalmente a effetto i loro piani plurisecolari, e scatenare finalmente l'ennesima guerra! [Per un approfondimento di questo argomento mi permetto di rinviare a: http://rosariodati.blogspot.it/2013/08/uno-spettro-saggira-per-il-web-il-suo.html
     Dobbiamo, ad latere, registrare anche le iniziative di Casa Pound e di alcuni cosiddetti e/o sedicenti "comunisti", che, al pari di quanto fece Formigoni con Saddam Hussein, all'epoca della guerra irachena, si sono recati in Siria per esprimere il loro incondizionato appoggio non al popolo siriano, bensì al loro eroe del momento: il Presidente Assad! Iniziative che dovrebbero essere considerate miserevolmente macchiettistiche, se la situazione non fosse così drammaticamente seria e pericolosa!


     Con queste premesse c'è francamente ben poco da sperare sulla possibilità di mettere in piedi un movimento che, come è avvenuto in passato, in altre occasioni simili, riesca a far sentire la propria voce contro la guerra. A questo punto è però forse giunto il momento di un ripensamento complessivo degli obiettivi delle lotte "pacifiste".  
     A mio modo di vedere, il difetto principale di tutti i movimenti pacifisti che in questi ultimi due decenni si sono mobilitati, sotto l'urgenza di dare una risposta efficace e immediata alle iniziative belliche intraprese dalle grandi potenze, è stato sicuramente quello di lanciare un appello generico, diretto all'opinione pubblica internazionale, di mobilitazione per la pace! Appello che però non ha prodotto alcun serio ripensamento da parte delle classi dirigenti di ciascun Paese, ma, anzi, vista la flebile opposizione incontrata, li ha spronati a perseverare sulla strada già intrapresa, sfruttando al massimo ogni occasione gli si presentasse, per mettere in atto l'ennesima aggressione! 
     Quando accaduto dimostra infatti che esternare il proprio desiderio di pace, per quanto apprezzabile, non è, però, di per sé sufficiente, perché non offre alcun obiettivo tangibile alla giusta lotta intrapresa! 
     Che cosa significa, infatti, "lottare per la pace"? Forse pregare o digiunare? Abbiamo visto quale è stato lo schiaffo (diplomatico) lanciato dall'Unione europea all'iniziativa di preghiera del Papa...
     Per imporre la pace occorre, invece, avere un  obiettivo contro cui lottare! E l'obiettivo è semplice! E' necessario lottare contro il proprio Governo! Smascherare ogni passo da esso compiuto nel coinvolgimento bellico, a difesa degli interessi delle proprie industrie, e opporsi ad essi nel tentativo di impedirglielo! Esattamente come hanno fatto ieri i compagni del Movimento NO Dal Molin!
     Può un pacifista francese, italiano, o inglese lottare contro gli Usa, contro Putin, o contro l'Europa? Ovviamente NO, perché le sue sarebbero soltanto parole destinate alla propaganda: necessaria, ma comunque fine a se stessa! L'unica cosa concreta che ogni movimento pacifista deve impegnarsi a fare è lottare contro il proprio Governo, contro gli interessi imperialistici di tutti i Paesi coinvolti, a partire dal proprio! [Per un approfondimento di questo argomento mi permetto di rinviare a: http://rosariodati.blogspot.it/2013/08/tutto-pronto-per-la-guerra.html]
     Non c'è altra soluzione! La lotta contro Obama lasciamola fare ai pacifisti americani; la lotta contro Putin, lasciamola a quelli russi! Gli europei in generale, e gli italiani, in particolare, invece, devono occuparsi della lotta contro i propri Governi! Perché LANCIARE GENERICI SLOGAN CONTRO L'IMPERIALISMO YANKEE, O CONTRO L'ENNESIMO COMPLOTTO SIONISTA INTERNAZIONALE, DIMENTICANDO PERO' DI COMBATTERE IL PROPRIO GOVERNO, SIGNIFICA non soltanto essere dei "profeti disarmati" contro di esso, ma soprattutto significa FARSI suoi OGGETTIVI COMPLICI! Cioè significa ESSERE PER LA PACE solo A PAROLE , favorendo NEI FATTI, sia pure inconsapevolmente, ogni passo che il proprio Governo si appresta a compiere in direzione della GUERRA! Se "non si vede" il proprio Paese tramare per la guerra, e non si riesce a smascherare nell'interesse di chi lo faccia, è evidente che in tal modo si potrà soltanto favorire il proprio nemico interno!
     Pensate quale forza propulsiva potrebbe, invece, dare una singola vittoria, anche parziale del movimento in un Paese ai movimenti che lottano contro la guerra anche negli altri Paesi!
    La strada che non abbiamo scelto noi, ma che ci è stata imposta, è lunga e difficile, ma non possiamo far altro che percorrerla: diamoci da fare!


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