L’altra sera, nella cornice di una nota libreria tarentina, è stata
presentata l’ultima fatica letteraria di Franco Cassano: Senza il
vento della storia. La sinistra nell'era del cambiamento (Laterza,
Bari, 2014). Qualcuno si chiederà: ma chi è sto Cassano? Per chi ancora non lo
sapesse, Franco Cassano - da non confondere con l’omonimo calciatore barensis -
è un noto professore di Sociologia dell’Università di Bari (della cosiddetta école
barisienne; come dicono a Bari: “Se Parigi avesse lu mare, saresse na
piccola Bare”…), nonché deputato del PD. Alla conferenza era schierato
tutto il gotha del Pd locale, a fare da compiacente corona all'autore: dall’on. Pelillo (ex-Margherita), dai più considerato il vero
regista occulto dell’inciucio che ha portato all'elezione di un
sindaco di Forza Italia alla Presidenza della Provincia di
Taranto (con i voti dei consiglieri PD), nonché aspirante alla poltrona di
Sindaco della nostra città; Michele
Mazzarano, consigliere regionale Pd, già assurto agli onori della cronaca,
perché accusato di finanziamento illecito ai partiti
e millantato credito e, infine, dal sen. Giovanni Battafarano, ex-sindaco di
Taranto e, oggi, Segretario Nazionale dell’Associazione Lavoro & Welfare,
creata dall’on. Cesare Damiano, sempre del Pd.
L’occasione era ghiotta, poiché, appunto come
suggerisce il titolo del libro, erano in discussione le sorti della “sinistra”
alla luce delle nuove sfide della contemporaneità. Quali sono queste sfide? Ma
ovviamente quelle della globalizzazione! Ma qui già un primo intoppo: come? E’
ormai quasi un quarto di secolo che non si fa altro che parlare di
“globalizzazione” e soltanto oggi l’on. Cassano riesce a proporci il parto del
suo sforzo intellettuale - di ben 91 pagine!!! - sull'argomento? Gatta ci cova!
Poiché non penso che l’on. Cassano sia così intellettualmente sprovveduto da
volerci propinare le sue riflessioni su un argomento ormai vecchio come il
cucco, devo supporre che, evidentemente, il suo intento sia un altro! Ma,
subito, mi si presenta, sgarbato, un altro inconveniente: un esponente dell’élite intellettuale
del PD che ci viene a parlare di “sinistra”? Ma di quale sinistra si
tratta? Tenta immediatamente di rispondere alla domanda uno degli “autorevoli”
interlocutori del Nostro, il più ferrato in proposito, appunto l’on. Pelillo, il quale afferma che la
quarta di copertina del libro riassume in termini egregi le tesi di fondo ivi
espresse dall'autore, meglio di quanto lui stesso non avrebbe mai saputo fare,
tanto da darne pubblica lettura. Eccone uno stralcio:
A lungo la sinistra ha pensato che nelle sue vele
soffiasse il vento della storia. Oggi che tutto è cambiato, che quel vento non
le ha riconosciuto alcuna primazia, che anche il suo popolo non è più lo
stesso, la sinistra sembra essersi ritratta in una posizione difensiva e
risponde con sdegno all'accusa di conservatorismo. In verità le sue ragioni
sono tutt'altro che scomparse, ma per farle rientrare nella partita del mondo è
necessario che smetta di sentirsi ospite innocente in un universo cattivo e
abbandoni ogni nostalgia. Perché la globalizzazione non è solo una banale
restaurazione, non è solo espropriazione e sradicamento, ma un gioco di
dimensioni planetarie nel quale nuovi protagonisti si affacciano sulla scena
della storia. E a questo gioco largo e imprevedibile, pieno di pericoli e di
opportunità, non ci si può sottrarre.
Dunque, la sinistra italiana (e non solo) si trova a
fare i conti con una realtà ormai completamente mutata, dove i protagonisti non
sono più gli USA e l’Europa, bensì i paesi asiatici (Cina e India in testa), e
pochi altri. L’Europa, anzi, vive un periodo di progressiva marginalizzazione,
senza parlare dell’Italia, dove i nostri poveri imprenditori sono costretti a
de-localizzare in Paesi il cui il costo del lavoro è molto più basso. [Domanda:
come mai in Germania ciò non avviene, benché il costo del lavoro sia molto più
alto di quello italiano? Boh!, Beh, allora, sorvoliamo...] Secondo quesito che si pone agli
astanti in trepida attesa che si disveli loro l’arcano: quali sono le
alternative che abbiamo di fronte? Due sono i possibili atteggiamenti che si
possono assumere a tale riguardo, dice il Nostro: o il ritrarsi sdegnati nella
comoda sicurezza dei valori tradizionali della sinistra, quelli che hanno fatto
del “glorioso trentennio” seguito alla II Guerra Mondiale una stagione di
conquiste irripetibili per i lavoratori, o quello, invece, di assecondare
questo tsunami epocale che, però, a quanto pare, ha il piccolo
difetto di mettere in discussione tali diritti [ma questo l’ho aggiunto io!].
Non manca ovviamente l’erudito riferimento all'ultima
novità di grido proveniente dalla Francia [Parbleu, siamo pur sempre
intellettuali à la page!]: non ha forse detto
Thomas Piketty, nel suo ormai famoso libro Il Capitale, che
nel capitalismo “le diseguaglianze sociali vanno allargandosi”? [Ma, vado a memoria,
qualcosa del genere non l’aveva più o meno già scritta Marx, qualche tempo fa,
in un libro di cui però non ricordo più il titolo? Ah, è vero,]
anche il nostro Cassano ammette di aver letto a suo tempo Il Capitale di
Marx [ecco il titolo! Che originale questo Marx: sempre pronto a copiare l'ultimo
intellettuale francese alla moda, senza pagargli nemmeno i diritti d’autore!]
Ovviamente l’on. Cassano è per prendere di petto il secondo corno del dilemma:
la sinistra non può ritrarsi inorridita di fronte al nuovo, ma
deve imparare a navigare tra i marosi, ed accettare la sfida dei tempi! Come
fare? Cassano ricorda a tutti che quello che i suoi interlocutori hanno
(giustamente) definito il “trentennio glorioso” seguito al secondo dopoguerra,
che ha portato non solo a consistenti aumenti salariali, ma soprattutto a
giganteschi passi in avanti nella conquista di nuovi diritti da parte dei
lavoratori (uno per tutti: lo Statuto dei Lavoratori del ’69) è stato possibile
perché l’Italia di quegli anni era in pieno boom economico!
Solo dove c’è aumento di ricchezza ci può essere redistribuzione del reddito,
con conseguente riduzione delle disparità sociali! [Caspita, non ci avevo
mai pensato! Che genio questo Cassano, quasi quanto
il suo omonimo lo è con i piedi!] Ma oggi? Oggi, come ognun vede, la derelitta Italia
è ormai da lunghi anni in recessione, e la produzione di reddito, piuttosto che
allargarsi, si restringe sempre più drammaticamente! Per cui? Per cui… non si
possono fare matrimoni coi fichi secchi o vogliamo forse che il declino dell’Italia si
compia inesorabilmente? Non possumus! Non
possiamo! La sinistra italiana deve impedire questo destino apparentemente
ineluttabile, e perciò deve saper guardare oltre,
deve andare avanti, adesso! Per far ciò, la strategia che il PD
deve adottare è quella di allargare il proprio
consenso, senza però spostarsi! Altra domanda
incresciosa: come si fa ad andare avanti senza spostarsi?
Ma è ovvio! Bisogna andare avanti, senza che però il partito si sposti a
“destra” [a destra in senso politico, non fisico! Che stupido che sono!].
Vuoi vedere che adesso tutti gli imprenditori che
hanno abbandonato Berlusconi, e che ormai votano in massa per Renzi, sono
pronti a cedere parte delle loro ricchezze, per darle, in tempi di magra come
questi, ai loro operai? Vuoi vedere che sono diventati improvvisamente tutti di
sinistra? Tutti compagni? Volgo lo sguardo indietro, nella speranza di vedere
emergere, tra la folla degli astanti, qualche compagno (ex-sciur)
Brambilla, ma… niente! Mi accorgo con sgomento che sono capitato in un attivo
di sezione del PD, e l’illusione momentanea di scioglie come neve al sole di
fronte alla cruda realtà, fatta di pensionati sonnacchiosi (qualcuno, più
audace, istigato da comprensibili necessità fisiologiche, si avventura
rumorosamente verso la porta della toilette, posta proprio a destra
del palco…); di adoranti impiegate a cui brillano gli occhi per la fortuna di
trovarsi ad ascoltare il profluvio di cotanto ingegno; di vecchi militanti del
PCI, che sono sopravvissuti vittoriosamente a tutte le svolte ideologiche
di questi ultimi 20 anni, e di qualche ex-socialista craxiano, che guarda di
sottecchi il suo nuovo amico/compagno del PD, seduto al suo fianco, e a cui
sembra sussurrargli: “Hai visto che aveva ragione Bettino?!”…
Dunque, qual è la soluzione che ci viene prospettata
dal prof. Cassano? Pur con le dovute cautele, al Nostro sembra che l’unica
alternativa oggi realisticamente appetibile per la sinistra
italiana sia costituita nientepopodimeno che da Renzi! Renzi? Si, avete capito bene: proprio Renzi! Adesso,
in Italia, nella sinistra italiana, l’unico che guarda con fiducia in avanti, al futuro è proprio
Renzi! Lui è in grado di allargare la base del Pd, senza pericolosi
scivolamenti a destra; lui è l’unico in grado di affrontare le sfide della
globalizzazione senza stare tanto a menare il can per l’aia con la solita, sinistra,
tiritera dei diritti dei lavoratori! Del Jobs act, ad esempio,
Cassano non ne parla affatto, nonostante sia stata la sua ultima fatica
parlamentare prima delle vacanze natalizie! Ma è chiaro che non ha bisogno di
farlo, perché di fronte alle sfide della globalizzazione che cosa pretendete?
Che si mantenga integro lo Statuto dei Lavoratori? Che si passi dalla stagione
dei diritti a quella dei doveri per i ricchi? Ma non lo sapete che
gli imprenditori sono lavoratori come noi, che non possiamo
lasciarli soli di fronte alle faticose sfide della globalizzazione e, quindi,
devono essere rappresentati dal PD, che perciò ha tutte le carte in regola per diventare il vero e unico Partito della Nazione?!
Perbacco - mi dico in conclusione della conferenza - come è caduta in basso la Sociologia! Al minimo stormir di fronda essa è pronta
a fornire la legittimazione ideologica dello stato di cose presente, affinché
tutto cambi, perché tutto resti uguale! Si nutre di banalità, spacciandole
per il risultato di faticose riflessioni teoriche, ed annuncia pomposamente al
mondo di aver (ri)scoperto l’acqua calda!
Non vorrei scomodare, facendolo peraltro rivoltare
nella tomba, il povero Gramsci: ma se c’è un intellettuale organico, ovviamente
organico alla borghesia, che un partito (di destra) poteva partorire,
questo è proprio il sociologo, onorevole del Pd, Franco Cassano! Anzi, oggi oso
elevarlo, sia pure solo per un istante, al rango di filosofo: con questa sua opera
probabilmente il prof. Franco Cassano ha dato effettivamente prova di essere il più
conseguente filosofo dell’attualismo renziano, memore della lezione
del ben più famoso Giovanni Gentile, in arte: filosofo del regime
fascista…
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